Nell’ambito del vegetarianismo, l’adozione della “dieta vegana” sembra essere divenuta molto più comune che in passato e, complici forse alcune star del mondo dello spettacolo, le più famose piattaforme social, numerosi prodotti e pubblicità, la si è resa più visibile, diffusa e accettata. Rispetto ad altri stili alimentari, le ricerche scientifiche e la bibliografia realtivi alla dieta vegana sono meno numerose, al contrario delle opinioni in materia che si alternano copiosamente tra sostenitori ed oppositori.
È riconosciuto che una dieta come quella vegana, totalmente priva di alimenti di origine animale, può portare, se non attentamente e professionalmente seguita, ad alcune deficienze individuali relative a macro e micronutrienti (proteine, acidi grassi n-3, vitamina B12, vitamina D, ferro, zinco, calcio, iodio), meno frequenti, ad esempio, negli onnivori. Al contrario degli onnivori invece, chi segue una dieta vegana, sembra avere un introito maggiore di carboidrati, fibre antiossidanti e fito-composti bioattivi.
Considerando le proteine di origine vegetale, lisina, metionina, isoleucina, treonina e triptofano sono esempi di aminoacidi limitanti tra i quali, la lisina sembra essere la più comune, soprattutto se si considera una dieta principalmente a base di cereali. Una compensazione può comunque essere possibile, ad esempio, consumando soia e lenticchie che insieme aii semi, le noci e i legumi, sono fonti importanti di aminoacidi e proteine. Ad oggi, sono disponibili anche come miscele o integratori da utilizzare tal quali o come ingredienti nelle proprie ricette: nocciole, mandorle, semi di lino, semi di zucca, proteine di pisello, proteine di soia, proteine di riso e proteine di canapa sono solo alcuni esempi.
Le aziende produttrici di alimenti, anche considerando le peculiari esigenze di vegetariani (pesco-vegetariani, latto-ovo-vegetariani, latto-vegetariani) e vegani, sono alla continua ricerca di nuove formulazioni e ricettazioni per soddisfare la parallela crescente richiesta di prodotti in linea con i principi del vegetarianismo. La Cina e gli Stati Uniti sono due tra i più importanti mercati al mondo e tra i prodotti più popolari possiamo citare le bevande alternative al latte (dairy alternatives), e tra i più consumati ci sono i “latti” di soia, riso e mandorla. Per quest’ultimo il valore di mercato si prevede possa superare i 5 miliardi di dollari entro il 2024. Numerose le ricerche e i sondaggi che indicano come ci sia, da parte più di un quarto dei millenials Americani, una generale tendenza a considerare “vegano” sinonimo di “sano” oltre che un importante attributo per l’acquisto di un prodotto alimentare. Sul fronte Britannico, il numero dei vegani sembra avere raggiunto quota 550.000, numero quadriplicato negli ultimi 10 anni e i più famosi marchi della distribuzione (Sainsubry’s, ASDA, Morrisons, TESCO, M&S, ALDI, Waitrose, Ocado, Iceland, CO-OP) e del fast-food (Nando’s, Pret a manger, Wagamama, Zizzi, Pizza Express, ASK) conferma della crescente domanda in questo segmento, hanno introdotto a scaffale o nei menù numerose referenze”vegetarian – vegan friendly“.
Tra tutti, c’è anche chi si distingue rivalorizzando, in chiave moderna, il mestiere del “lattaio porta a porta”. Mylkman, che produce e consegna nella classica bottiglia di vetro riutilizzabile, diversi tipi di bevande vegetali a base di mandorle, anacardi, cocco e avena che, soli o in combinazione ad alcune spezie, coferiscono una nota caratterizzanete a questi prodotti.
Destreggiarsi tra prodotti vegetarian, vegan e non, è un’impresa piuttosto ardua. L’etichettatura, al momento ancora su base volontaria, è piuttosto articolata, sia in Europa che nel resto del mondo. Diversi infatti sono i simboli che nel tempo si sono alternati, giungendo comunque ad un numero abbastanza ristretto.
Tra i più famosi quelli approvati da:
- European Vegetarian Union (EVU), “V-label“
- Vegeterian Society, Approved Trademarks
- The Vegan Society, Vegan Trademarks Standard
Nel prossimo futuro, anche a seguito di una famosa sentenza e di un altrettanto conosciuto amendment, sembra ci possa essere concreto spazio per una revisione ed un aggiornamento globale della normativa in tema di etichettatura al fine di fare chiarezza sia sulla definizione di “vegetariano” che di “vegano“.
Link bibliografici e di approfondimento sull’argomento:
- USDA, Vegetarian Nutrition
- USDA, Tips for Vegetarian
- Dietary Guidelines for Americans, 2015-2020
- Vegan diets: review of nutritional and health benefits and risks (2018)
- Low-Calorie Vegetarian Versus Mediterranean Diets for Reducing Body Weight and Improving Cardiovascular Risk Profile
- Vegan diets: practical advice for athletes and exercisers
- Vegan foods: Labelling practice
- Association between self-reported vegetarian diet and the irritable bowel syndrome in the French NutriNet cohort
- Intake of macro- and micronutrients in Danish vegan
- Achieving optimal essential fatty acid status in vegetarians: current knowledge and practical implications