Kosher e Halal definiscono rispettivamente ciò che è “permesso/lecito” mangiare secondo le regole stabile nella Torah per gli Ebrei e nel Corano per i Musulmani.
Pur con alcune differenze, senza entrare nei dettagli, tra le regole alla base delle leggi sacre ci sono, solo per citarne alcune: il divieto di mangiare le carni di alcuni animali (ad esempio, il maiale e i predatori non sono permessi); la macellazione rituale degli animali; il divieto per alcuni tipi di pesce; divieto di combinare latticini con la carne.
Parallelamente, pur nel pieno rispetto religioso, soprattutto nei più giovani, sta crescendo il desiderio di poter consumare anche altri alimenti e preparazioni oggi presenti sul mercato.
La maggiore richiesta da parte dei new consumers si è registrata per biscotti, cioccolato, cracker e snack (mainstrem food segments) mentre quella per il premium sector sembra diminuire. Gli high-protein snacks, i prodotti sugar-free, “biologici”, gluten-free, low-fat e all-natural sembra possano diventare un must anche per il mercato KOSHER e HALAL.
Congiuntamente l’esigenza di packaging accattivanti e di innovazione sembrano possano occupare una nuova fetta di questo particolare mercato.
Negli USA, dove il giro d’affari cresce di anno in anno, non sono solo gli Ebrei (circa 6 milioni), osservanti Kosher e i Musulmani (circa 8 milioni), osservanti Halal a guidare il mercato. Molti altri consumatori si stanno rivolgendo ali prodotti certificati Kosher e Halal perché vengono percepiti come “più sicuri” e “più sani”, più “puri” in generale.
Proprio per tali motivi, sempre più aziende manifestano un forte interesse nell’ottenere questo tipo di certificazioni per l’opportunità che queste possono dare nell’entrare e competere in nuovi mercati.
La dimostrazione di questa tendenza la si può ritrovare sugli scaffali dei vari market dove prodotti da forno, sushi, gelati, pizze e moltissimo altro ancora occupano un’area significativa. Il trend positivo si ritrova anche nella ristorazione dove i ristoranti Kosher e Halal rappresentano, almeno negli USA, una solida realtà.
IL MERCATO
L’industria del cibo certificato Halal vale circa 600 miliardi di dollari e l’attenzione verso questo settore cresce di anno in anno (negli USA si è registrato un +20% tra il2008-2009). L’agenzia di certificazione Islamic Service of America, ha stimato una crescita per questo settore dal 25 al 30% nei prossimi 4-7 anni.
Negli ultimi 10 anni il mercato Kosher ha registrato un incremento annuale del 10-15%. Tale crescita è paragonabile solamente a quella avuta dai prodotti “bio”. Il mercato negli USA per l’industria Kosher si aggira intorno ai 12.500 miliardi di dollari con circa 110.000 prodotti certificati ai quali se ne aggiungo circa 2000 ogni anno. A rendere ancora più marcata la domanda per questi ultimi contribuisce quel 15% di Musulmani che, per la varietà offerta e per le similitudini delle regole presenti nelle leggi di produzione, trovano negli alimenti Kosher una valida alternativa .
Oltre agli USA, paesi come UK, Argentina, Canada e Serbia sembrano mostrane il maggiore interesse per questo trend.
Segnalo l’interessante articolo: “‘Halal’ whisky criticised by purists” al link che segue http://www.chinchinjobs.com/news/Article/halal-whisky-criticised-by-purists-2044