Alle fibre alimentari si ascrivono una serie di sostanze di origine vegetale con determinate caratteristiche ed effetti sulla fisiologia umana: riduzione della durata del transito intestinale, modulazione della glicemia e controllo dei livelli di colesterolo nel sangue oltre ad avere un effetto benefico sulla moltiplicazione e il mantenimento della microflora intestinale. Al fine di beneficiare di tante virtù, le linee guida redatte dagli esperti di nutrizione concordano sulla necessità di introdurre con l’alimentazione almeno 25–30 grammi di fibre al giorno.
Secondo la legislazione, le fibre sono “polimeri di carboidrati composti da tre o più unità monomeriche, che non sono né digeriti né assorbiti nel piccolo intestino umano e appartengono a una delle seguenti categorie:
- polimeri di carboidrati commestibili naturalmente presenti negli alimenti consumati,
- polimeri di carboidrati commestibili ottenuti da materie prime alimentari mediante procedimenti fisici, enzimatici o chimici e che hanno un effetto fisiologico benefico dimostrato da dati scientifici generalmente accettati,
- polimeri di carboidrati sintetici commestibili che hanno un effetto fisiologico benefico dimostrato da dati scientifici generalmente accettati.”
Da un punto di vista più pratico, adottando un approccio un pò creativo, abbiamo cercato di dare una definizione che comprenda la maggior casistica possibile definendo come fibre:
- tutte quelle sostanze commestibili di origine vegetale che presenti in natura hanno la funzione di proteggere e/o contenere una forma o un liquido.
Prendiamo alcuni esempi per giustificare quanto appena detto:
- Nella mela è fibra: la buccia che offre protezione contro l’evaporazione dell’acqua, la polpa che contiene il succo, il torsolo che contiene i semi così come il tegumento esterno ai semi stessi.
- Nei legumi è fibra: il baccello che contiene i frutti, la membrana che ricopre i frutti.
- Nei cereali è fibra: la cuticola esterna (crusca) che protegge l’amido.
Ovviamente il tegumento dei semi di mela e i baccelli non saranno mai la fonte principale da cui attingere una fonte adeguata di fibre, almeno non esclusivamente da questi. Per confermarne l’importanza però, basta considerli come parte integrante di un gruppo più ampio ed eterogeno per forma, dimensione e composizione nutrizionale dal quale l’industria alimentare, cosmetica e farmaceutica ricava non solo fibre, ma anche molti altri componenti che trovano applicazione nello sviluppo di nuovi prodotti funzionali e nutraceutici.
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