Latte, formaggio e derivati sono importanti fonti di calcio e fosforo ma da soli non potrebbero svolgere appieno la loro funzione se non intervenisse la vitamina D.
Frequentemente si parla di vitamina D anche se ad essere precisi ci si dovrebbe riferire alle vitamine (plurale) D. Abbiamo infatti a D2 e D3. La prima è il precursore fisiologico della seconda, la molecola attiva.
Un “precursore fisiologico”, in questo caso, è una sostanza “poco attiva” che l’organismo umano produce al fine di facilitarne l’elaborazione e permetterne la trasformazione in un’altra “più attiva”.
Facciamo un esempio: il pane.
Impastando farina, acqua, lievito, sale e olio otteniamo un composto (precursore) che diventerà pane (sostanza attiva) dopo la cottura e (processo che permette la trasformazione).
Nel caso della vitamina D, il processo che permette la trasformazione da D2 a D3 è guidato dal sole. Infatti i raggi UV (ultravioletti), con la loro “energia” permettono questo passaggio. Ecco spiegato perché sin da piccoli ci viene raccomandato di esporsi al sole (con le dovute cautele e senza eccessi).
Ma qual è il precursore della vitamina D2?
Ecco qui una sorpresa: il tanto famigerato colesterolo che deve la sua fama anche all’uovo dove, in uno medio, ne troviamo circa 220 mg. Quindi demonizzarlo in assoluto potrebbe essere un rischio: è una sostanza fondamentale per questo e molti altri processi fisiologici.
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