In ambito alimentare, parlando di Halal (“lecito” in arabo), facciamo riferimento ai cibi permessi per il consumo ai fedeli della religione musulmana. Semplificando, per la religione islamica, tutti i cibi sono “permessi” (Halal) tranne quelli “proibiti” (Haram) che, riassumendo, sono quelli derivati da:
- maiale: carne, gelatina, lardo,..
- alcol: vino, birra, …, altro contenente alcol
- animali non macellati con macellazione rituale
- animali carnivori con zanne e uccelli con artigli
- cibi contaminati dai precedenti che, più propriamente, sono definiti “impuri” (najis), come ad esempio alcuni enzimi impiegati per trasformare il latte in formaggio. Tra gli additivi, generalmente haraam se non diversamente specificato, si ricordano anche l’E120 (carminio), E441 (gelatina), E542 (fosfato da ossa), E904 (gommalacca), E422 (glicerolo).
In un periodo dove le opportunità di business devono essere quanto mai vagliate, vediamo alcuni numeri del mercato Halal. Il mercato del cibo Halal, negli ultimi 10 anni ha mostrato numeri impressionanti con ulteriore potenziale di crescita tanto che, ad esempio in UK dove i musulmani sono circa 3 milioni e il mercato vale intorno ai 5 milioni di sterline, prestigiose catene di supermercati tra cui Tesco , Morrisons , Sainsbury da tempo e sempre di più mostrano enorme interesse in tal senso dedicando i propri spazi, diversificando la propria offerta, ad intere gamme di questi prodotti e partecipando ad eventi quali l’Halal food festival, di recente tenutosi a Londra.
Tra i Paesi europei, dove il valore globale del mercato HALAL è stimato tra i 15 e i 20 milioni di euro, la Francia è quella che conta il maggior numero di musulmani (circa 5 milioni) seguita da Germania (4 milioni) e la sopracitata UK (3 milioni). In Italia se ne contano invece circa 1,5 milioni.
Fuori dall’Europa si potrebbero prospettare sviluppi importanti per i cibi europei dato che, tra l’area del Sud Est asiatico, Malesia e Indonesia sono stimati 400 milioni di cittadini di religione musulmana ma europeizzati nel proprio stile alimentare.
Negli USA il mercato HALAL è stimato nel complesso tra i 18 e i 20 miliardi di dollari distribuiti tra le maggiori città tra le quali citiamo le prime quattro: New York City, Los Angeles, Chicago e Detroit.
Quindi, considerati i quasi 2 miliardi di musulmani nel mondo, quello dell’HALAL sembra essere una realtà ben consolidata che nei prossimi anni potrà ulteriormente incrementare sia in termini di volume che di valore e alcune indagini mettono il settore degli additivi e degli ingredienti certificati HALAL ai primi posti.
Vedremo prossimamente alcuni numeri del mercato Kosher (cibi preparati secondo le norme ebraiche).
Fonti ed ulteriori informazioni:
Islamic Food and Nutrition Council of America web e Video
Muslim Dietitians
PewResearch
World Halal Food Council
Let’s food together!
[…] nel caso dell’Halal alcuni alimenti possono essere consumati (adatti) e altri no. Questi ultimi rientrano nella […]
[…] dall’altra il metabolismo dei lieviti genera l’anidride carbonica (CO2), l’alcol (CH3CH2OH) e il vapore acqueo che portano alla modifica e all’espansione dell’impasto […]
[…] coloranti di alluminio di riboflavine (E101) e cocciniglia, acido carminico, vari tipi di carminio (E120) in determinate categorie di alimenti e l’allegato del Regolamento (UE) 231/2012 in merito […]