Di giorno in giorno passiamo del tempo al supermercato e ci accorgiamo sempre più che la ricerca della “naturalità” inizia a pervadere le corsie come il profumo delle spezie tra i banchi taluni mercati rionali.
Parallelamente, l’esigenza sempre maggiore di “velocità” e “praticità” sta facendo sorgere come funghi prodotti ad alto contenuto di servizio, di tutti i tipi e per tutti i gusti! Prodotti che si preparano in 30 secondi, sacchetti contenenti il condimento etnico, preparati ready to eat, sono solo alcuni esempi. Prendendo in considerazione alcuni aspetti legati alla ricettazione di certi prodotti, non analizzando quindi packaging e tecnologie di produzione, e lasciando al lettore il proprio giudizio sulla positività o meno di tali connotazioni, ci siamo posti alcune domande alle quali crediamo si debba porre attenzione.
Siamo certi che la praticità d’uso, “convenience”, aggiunga solamente valore per il consumatore o potrebbe in qualche caso anche “impoverire” il prodotto? Il fatto che un pasticcio sia surgelato e mantenga le sue caratteristiche di consistenza e gusto, presuppone una attenta formulazione e una particolare tecnologia produttiva: siamo sicuri che lo sforzo risparmiato nel tempo di cottura e praticità d’uso compensino il piacere di riscoprire l’atto del cucinare partendo dal cibo fresco?
Il tempo risparmiato, compensa l’eventuale consumo di ingredienti estranei all’alimento naturale o il mancato apporto di alcuni principi nutrizionali?
Sono tutti veramente convenienti in termini di rapporto Costo/Beneficio?
Leggendo gli ingredienti presenti nell’etichetta di un qualsiasi prodotto alimentare, vi siete mai chiesti se, con i soli prodotti o le materie prime comunemente presenti nelle dispense di casa vostra, riuscireste a riprodurlo tale e quale in maniera del tutto “artigianale” e senza l’utilizzo di additivi dall’oigine non sempre chiara?
Secondo Voi, un panettone con termine minimo di conservazione pari a 90-120 giorni, può essere definito “artigianale”? Riuscireste voi, senza l’impiego di additivi, fare lo stesso?
Certamente non siamo contrari in assoluto all’impiego di additivi, sia ben chiaro! Non si debbono demonizzare tanto più che esistono molte normative che ne regolano l’utilizzo. Gli additivi possono essere necessari in alcuni casi, si voglia anche solo perchè il consumatore richiede e si aspetta determinate caratteristiche da un prodotto. Allo stesso tempo riteniamo però che la presenza contemporanea di più additivi in alcuni prodotti potrebbe essere rivista, diminuita o magari eliminata. Almeno questa sembra essere la volontà dei consumatori informati.
Crediamo che l’innovazione nel FOOD passi anche attraverso:
– la riscoperta dei cibi del territorio e della tradizione
– la riscoperta del cucinare
– la riscoperta della convivialità
– la condivisione di profumi, sapori, consistenze e soprattutto emozioni.
Let’s food together!
[…] proposito di additivi..qualcosa in più è stato detto in questo […]
[…] già espresso nel post del febbraio 2012 “Additivi Artigianali?” riteniamo che la presenza di additivi, in alcuni casi, possa essere diminuita e/o eliminata. […]